Intervista di Nucara a "Radio Radicale"

Far pagare l’Imu alla Chiesa con gli arretrati

Intervista di Francesco Nucara a Radio Radicale, a cura di Alessio Falconio, 17 settembre 2012

Nucara, segretario nazionale del Pri, cosa pensa, sentendo Berlusconi sull’abolizione dell’Imu, in caso di una sua vittoria, e ricordando quando da Vespa, nel 2006, durante il faccia a faccia con Prodi, dichiarò che avrebbe abolito l’Ici? Ora ne è passato di tempo e, nonostante la situazione europea e la congiuntura economica, notiamo che Berlusconi in questo è coerente…

Berlusconi è coerente. Ha sempre detto "meno tasse", ma poi i bilanci non quadrano. Potrei dare un consiglio affettuoso al mio amico Berlusconi: se fa pagare l’Imu alla Chiesa con gli arretrati, allora può esonerare gli italiani dal pagamento dell’Imu. Ma riesce a convincere Gianni Letta, come ambasciatore presso il Vaticano, che il Vaticano deve pagare l’Imu, come fanno gli italiani? Oppure, essendo il Vaticano uno Stato straniero – come sostengo io - che interferisce con la politica interna dell’Italia, non deve pagare l’Imu? E’ questo il problema.

Non volendo prendere sul serio quello che ha detto Berlusconi, potremmo derubricare la frase sull’Imu come battuta da campagna elettorale, in attesa di capire con che legge si voterà. Volendo invece prenderlo sul serio, lei, da laico repubblicano, pensa che bisogna pensare prima a quello che non si è fatto quando eravamo maggioranza, nonostante le vostre posizioni?

Noi insieme ai radicali abbiamo fatto una bella battaglia anche a livello di Commissione europea e qualche passo in avanti lo abbiamo fatto oggettivamente, tanto da costringere qualche cardinale potente a dire che forse è giusto che anche la Chiesta paghi l’Ici. Ma io la prenderei come battuta da campagna elettorale, che poi così non è, perché Berlusconi si contraddice dichiarando nella stessa intervista che prima di decidere se candidarsi deve vedere con quale legge elettorale si voterà. Ma il futuro del Paese non può dipendere da leggi elettorali che sono pro o contro qualcuno. Le leggi elettorali dovrebbero essere nell’interesse generale del Paese. Voglio esagerare dicendo che la legge elettorale può essere qualificata a rango costituzionale perché deve tutelare l’interesse di tutti. Mi pare che, per come stiano andando le cose - e l’ho già detto in tempi non sospetti e lo ripeto anche se può sembrare una cosa impossibile - alla fine ci terremo il porcellum.

Anche l’Europa ci richiama e richiama tutti i paesi membri a non cambiare le leggi elettorali, a meno di un congruo periodo dal voto. Già sei mesi è un periodo imbarazzante perché si rischia di fare un vestito su misura...

Dicevo proprio questo. Non si può fare una legge elettorale pro o contro qualcuno. La legge elettorale si deve fare per il Paese.

Quindi finirà con il porcellum la discussione al Senato?

Nessuno voterà il porcellum. Ma secondo me si creerà una situazione di stallo per cui nessuna legge andrà avanti. Si può fare una legge elettorale votando gli articoli in Aula a maggioranza o a minoranza? Non si può fare così, a spizzichi e bocconi. Allora meglio rimanere come siamo. Credo che la politica italiana abbia bisogno di un dispiegarsi di idee che non ci sono. Mettiamo da parte la politica dei sondaggi. Confucio diceva che il popolo segue i propri capi senza sapere il perché. Perché il populismo dice: "Vogliamo una nuova legge elettorale", senza sapere quale. A questo porta il populismo. Nella nostra classe politica mancano idee, idee da realizzare e da portare in Parlamento, da tramutare in leggi e in iniziative governative.

Invece di fare quello che lei suggerisce, i partiti, più si avvicina il voto, più fanno campagna elettorale e prendono le distanze, almeno a parole, dall’operato di questo esecutivo.

Se fossi Monti, a un’agonia preferirei una morte veloce. Il problema che lei molto efficacemente pone è che si bada più alla campagna elettorale prossima che non alle cose concrete da realizzare. Anche nel mondo giornalistico e parlamentare è da maggio che si dice che si sarebbe votato a ottobre. Ma io ho sempre detto che non sarebbe accaduto perché a ottobre c’è il problema dell’aggiornamento della finanza pubblica, perché è il presidente della Repubblica a sciogliere le Camere e ha sempre detto che non lo avrebbe fatto. Noi abbiamo perso un anno a dire "si vota, non si vota" e per la mia esperienza, ormai di diversi anni in Parlamento, quando inizia a serpeggiare l’idea di un possibile voto, non si fa più niente. Spesso i giornalisti criticano i parlamentari assenti al voto: ma noi stiamo votando leggi? No, stiamo votando solo mozioni, non leggi, solo mozioni.

Come quella sulla trattativa Stato-mafia. Cosa ne pensa?

Ma con tutti i problemi che ha il Paese, si può perdere tempo a parlare di questa presunta trattativa, a distanza di vent’anni?

O si fanno le indagini e i processi, oppure per il Parlamento rischia di diventare un diversivo, anche per la stessa lotta alla mafia.

Violante docet: aveva trasformato la commissione antimafia in un’aula di giustizia; e poi anche gli altri, pensando di poter fare la stessa cosa. Ma se io vado a vedere l’elenco di tutti i commissari antimafia, mi viene da dire: lasciamo perdere, va’...